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| Che cos’è l’Italia di oggi: salotti dove cane mangia cane e corridoi museali La crisi economica del salotto buono è esattamente ciò che spiega la sopravvivenza delle larghe intese e l’assurdo della scomparsa del partito della sinistra italiana nel silenzio generale. I salotti buoni del Bel Paese stanno spegnendosi come il lumicino di candele esaurite. Nel nostro Paese ha più senso parlare di molti salotti invece che di salotto nazionale. La morsa che soffoca le pari opportunità nelle professioni e nell’impresa è infatti azionata da un mostro a molte teste. A differenza di Paesi di provata unità nazionale, la vocazione policentrica e “comunale” italiana si manifesta anche in questa articolazione provinciale dei poteri forti. Un salotto per ognuna delle province italiane fatto ciascuno da poche famiglie che si spartiscono il benessere con rigida divisione di ruoli. Salotti alimentati da un hinterland di sfruttati spronati a vivere in condizioni indicibili (si pensi alla cintura milanese tra inquinamento, malattie, disservizi come traffico da incubo e mancanza di adsl), sfruttati che sono tali anche sul piano mentale e culturale che si ribellano se vai a dirgli “ma guarda come vivi”. Sfruttati che piegano l’intera vita ad avere un metro di giardinetto più del vicino. Bene i salotti si stanno restringendo, la loro luce benedicente sull’economia si fa sempre più fioca. Ai margini della cintura gli sfruttati sviluppano un alone necrotico nero che alimenta l’emigrazione o il reflusso verso il territorio museale fatto di campagne, borghi e opere d’arte diffuse… È questo della bellezza il territorio residuo in cui i salotti allignano le loro fiamme, i loro clientes, i loro sfruttati e i marginalizzati sociali. Se questo è il quadro si comprende come sia accaduto l’incredibile. Il partito della sinistra italiana diviso tra un democristiano al governo, Letta; un democristiano (o similtale) Renzi che col prima rivaleggia; un portavoce di partito, democristiano, Guerini, che entrambe i primi due rappresenta. Il fatto è che all’interno di quei lumicini sempre più fiochi tremolanti nei centri storici di tutti capoluoghi di provincia italiani le classi dirigenti del partito della sinistra sono state cooptate da tempo: un gotha di personaggi il cui nemico non è il razziatore forzitaliota ma il forcone….
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