CITAZIONE (folgorata @ 7/10/2010, 12:23)
Le prime due richiedono un cestino di mariuana oppure una spiccata propensione al suicidio.
Secondo me, proprio per questo mi sembrano adattissime - nonostante la mia antipatia personale verso gli Afterhours!
Trovo che il libro sia bellissimo, scritto egregiamente, ed è proprio lo stile la caratteristica che prima salta all’occhio: svelto, immediato, ironico, attualissimo, condito di slang credo pugliese- perché in Sicilia porcocazzo non si dice e nemmeno porcaccia: semmai un bel “minchia!” Grazie a questa scelta stilistica la storia è godibilissima, fila liscia e potrebbe sembrare pure divertente, se non fosse che a mio parere l’intera trama è permeata da una sorta di amarezza e rassegnazione. Almeno, è questo lo spirito, il sentimento, che la ripetuta lettura di questo libro continua ad evocarmi. Per questo dico, altro che cestino di marja: un container ce ne vorrebbe!
Il protagonista sembrerebbe uno sfigato qualsiasi: un ragazzo che vorrebbe non solo una vita normale, la vorrebbe piatta e insipida, perché meglio il piattume dell’orrore che ha subito. Poi, ecco l'incontro imprevisto che lascia emergere la sua vera indole. Perché in fondo Andrea è un impulsivo e un istintivo, è colto e intelligente – non si spiegherebbe perché preferisce Marylin Manson in calze a rete al nostro beneamato presidente delle telecomunicazioni- e dentro di sé vorrebbe uscire dal limbo di noiosa normalità in cui si nasconde da una vita. E chi meglio di un vampiro, bellissimo, tenebroso, che riesce a leggerti dentro come nemmeno tua madre riesce a fare, potrebbe fare il miracolo? Che poi quale sarebbe l’alternativa? Gli amici cazzoni? Le femmine una più troia dell’altra? Aggiungici il trauma infantile…
E sebbene Ludovico non sia il classico principe della notte a cui siamo abituati, ha un passato non proprio da favola, si droga ed è bravissimo a mettersi nei casini, ha comunque più cose in comune con Andrea di tutti gli altri umani che gli girano attorno. Come lui stesso dice, è la creatura più bella che abbia mai incontrato. Cosa che non è molto difficile, dato che per una mia personalissima visione della vita, meglio un vampiro che un essere umano. Sempre.
Infine un'unica annotazione: mi perdoni l’autrice e anche l'editrice, ma a mio avviso il vero titolo è quello che invece è stato relegato a sottotitolo. Fralezza.
Troppo prolissa?