Faith, ho provato a correggerlo... (volevi dare una tua spiegazione al morbo della Mucca Pazza? )Il sole si insinuava tra le assi di legno che sbarravano la finestra. Uno di quei raggi fastidiosi si
fece largo tra le boccette di vetro
che ricoprivano un marcescente ripiano di legno fino al viso del vecchio rugoso sdraiato su una branda.
Infastidito,l'anziano contadino si copri il viso con una mano e si alzò faticosamente.
L'aria della piccola stanza
dove si trovava odorava di stantio e di muffa.
Sul tavolo,
uno sciame di mosche danzava come
uno stormo di avvoltoi su un piatto
ricolmo di cibo ammuffito chissà da quanto tempo.Trascinando la gamba ormai rigida fino al tavolo,
il vecchio le scacciò con una manata,
dopodichè bevve un sorso generoso da una bottiglia di vino annerita e sputò sul pavimento grugnendo.
Si allontanò
poi dal tavolo, dirigendosi verso la porta chiusa
per aprirla, facendo così entrare il sole nella stanza. Grugnì infastidito qualcosa
tra i denti e usci.
Sulla soglia, prese una zappa e un cappello di paglia.
Un cane nero e grosso come un vitello, legato ad una catena
vicino a casa, cominciò a scodinzolare
allegro.-Hai fame, Bucefalo?-
disse ironicamente il vecchio, slegandolo e dandogli un paio di pacche sulle testa. Il cane
lo precedette, entrando all'interno della stalla dietro casa,
dove il portone era già aperto. Correva sulle tre zampe sane
senza alcun problema, mentre il vecchio si appoggiava alla zappa per compensare la claudicante andatura.
Quando si trovarono entrambi all'interno della stalla, un paio di mucche muggirono al loro arrivo.
- Una per volta!-
sbraitò l'uomo dirigendosi verso il fondo dell
'enorme caseggiato di legno,dove si trovava un congelatore di quelli tipici da dispensa, basso e molto capiente. L'aggeggio era
ricoperto da uno strato sottile di ruggine e faceva un gran baccano quando partiva il motore, ma
lavorava ancora bene.
Il cane battè contro il coperchio con il muso,
gli occhi scuri e lucidi puntati ansiosi sul padrone e lui, dopo un momento di esitazione, lo aprì.
-Petto o coscia?-
gli chiese ironico, in mano un coltello affilato dalla lama spessa. Il cane mugolò
impaziente, le zanne esposte in bella vista e la lingua ciondoloni e il vecchio, ghignando, tagliò
a fatica una mezza coscia
congelata e ricoperta di brina prima di porgerla alla bestia. Nel ventre, poi, tagliò quattro pezzi
di egual misura e li lanciò alle mucche.
Infine, tagliò un pezzo per sè dal petto.
Avvicinò il trancio di carne
congelata al naso e ne ispirò il profumo
di freddo e morte, scoprendo i denti neri e cadenti
con bramosia.
- Questa volta l'abbiamo trovata bella giovane, eh, Buc!-
disse mentre il cane sbranava la coscia
nonostante fosse congelata. Ai suoi denti non sembrava importare molto.- Eh sì...speriamo solo che la prossima cassiera del Market non sia grassa e puzzolente come quella prima di questa!-
disse infilandosi la carne nella tasca della giacca cadente che indossava, ben deciso a mangiarsela per pranzo.Buc alzò il muso scoprendo i denti e fece un sorriso canino al vecchio, allungandosi poi a leccargli una mano.
Le mucche muggirono e tornarono a ruminare sonnolente.
La carne sarebbe stata il dessert.Dalla porta della stalla un venticello portò il profumo dell'albero di oleandro che faceva ombra alla casa e il vecchio alzò lo sguardo per vederne i fiori bianchi danzare.
Sotto di esso c'era ancora parcheggiata l'auto della ragazza che ora stava nel congelatore.