DOCkS della Bloody Roses Secret Society

La Crux, esperimento thriller vampiresco

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Marilynn
view post Posted on 7/1/2011, 11:37




Aveva fatto tardi e lo sapeva benissimo.
Se avesse evitato di bere quel drink in più assieme a Jessie, forse si sarebbe evitata il successivo colpo di sonno che l’aveva fatta crollare sul divanetto della casa dell’amica per ben due ore. E se avesse evitato di accettare il passaggio di Derek – con relativo tentativo di approccio sfociato in una lite furiosa e successiva discesa in gran fretta dalla sua Mustang – ora non si sarebbe trovata a vagare da sola, alle quattro del mattino, in giro per Venice Street e con soli due dollari e mezzo in tasca, troppo pochi per chiamare un taxi e farsi portare a casa.
E se avesse…
Già, e se avesse.
La sua vita era costellata di ‘e se avesse’.
Un sussurro nell’ombra, quasi come un fruscio di foglie, peccato non vi fossero piante in quel punto della strada e Bechy, voltandosi di scatto per la paura, sentì il cuore balzarle in gola come un pugno di fuoco. Chi c’era? Derek l’aveva seguita?
Impaurita e con l’adrenalina a mille in circolo nelle vene, Becky sgattaiolò lungo la Penmar Ave e lì si nascose dietro un’auto parcheggiata lungo la via, tenendo d’occhio il marciapiede deserto e la Venice Blvd, poco lontano rispetto a dove si era accucciata.
L’aria era fresca e leggermente umida e, sul suo corpo accaldato e impaurito, fu un toccasana.
Le poche auto che scivolavano lungo la Venice erano ben lontane dall’essere la Mustang rossa di Derek, per cui il pericolo più imminente sembrava evitato.
Quindi, cos’era stato il rumore che aveva sentito?
“Un gatto?” si disse a mezza voce, prima di avvertire una carezza leggera alla nuca e un senso di stordimento improvviso.
Postumi da sbornia? Forse, pensò lei prima di chiudere gli occhi, preda di un subitaneo sonno.
Un tonfo nella notte, e la figura leggera di un uomo si dileguò nella penombra della Città degli Angeli.
***
Grattandosi la nuca con espressione meditabonda e schifata assieme, Matt piegò il capo di lato per lanciare un’occhiata significativa al compagno di squadra fermo al suo fianco e, accigliato, disse: “A quanto siamo? Ho perso il conto, ormai.”
Sfogliando il suo taccuino di pelle nera sgualcito e ormai ridotto a brandelli, il compagno di squadra di Matt, Gregory Spencer, disse serafico: “Ventidue. Con questa, per inciso.”
Matt sbuffò infastidito. Non poteva crederci. Ma che era preso, a quella città? D’accordo che non era il paradiso, però qui si stava davvero toccando il limite dell’assurdo!
Il suono delle sirene ammorbava l’aria e, tutt’intorno alla scena del crimine, uno sciamare di poliziotti, investigatori in borghese e semplici curiosi rendeva quel luogo ancor più surreale.
Venice Blvd era il posto ideale per i divertimenti, le bisbocce con gli amici e i party fino a tarda notte ma di sicuro, in quelle ultime due settimane, era stato anche lo scenario dei più efferati delitti che Matthew McRoy potesse ricordare da quando era entrato in polizia, sette anni prima.
Figlio d’arte, lo chiamavano, visto che il padre era stato uno dei migliori poliziotti del Dipartimento Pacific, almeno finché che un delinquente non lo aveva colpito alle spalle con una calibro .38.
Due settimane di coma e poi il nulla. Matt aveva compiuto da poco quindici anni quando era successo e, da quando aveva perso il padre, la polizia era diventata la sua causa.
Aveva studiato come un matto per entrare in accademia e prendere il massimo dei voti – nonostante sua madre non fosse mai stata d’accordo con la sua scelta – e, all’età di diciannove anni era uscito di pattuglia per la prima volta assieme ad un collega più anziano, William T. Jefferys, che era poi stato trasferito alla Divisione Investigazioni Scientifiche.
Vedendolo in mezzo ai colleghi della Scientifica, armato di macchina fotografica e guanti in lattice ben infilati sulle lunghe e grosse mani, Matt sorrise e disse, attirando la sua attenzione: “Ehi, Will… come te la passi?”
L’enorme ex-compagno di pattuglia di Matt si volse a mezzo con ancora la macchina fotografica sollevata e, con un sogghigno, gli scattò una foto con il potente flash – mandando in tilt per qualche secondo gli occhi di Matt – prima di dire: “Si identifichi, prego.”
Ridacchiando – Will sapeva della sua recente gratifica – Matt disse, mettendosi sull’attenti: “Sergente Matthew McRoy al suo servizio.”
Will ridacchiò un attimo, mettendo in mostra i denti bianchissimi e circondati da un viso color cioccolato, prima di tornare serio e dire: “Roba tua?”
Matt lanciò uno sguardo al corpo esanime dell’ennesima vittima di quello che era stato ribattezzato dai giornalisti come ‘il Vampiro degli Angeli’ e, sospirando leggermente, annuì e disse: “Tutta la merda arriva a noi della Omicidi. E comincio a essere stufo di trovare dei cadaveri a ogni angolo di strada.”
“Soprattutto, cadaveri come questi” commentò a sua volta Will, indicandogliela col pollice.
“Stesso modus operandi?” chiese Matt, scivolando sotto il cordone giallo della CSI. Il suono raschiante delle radio della polizia era un sottofondo adatto per quel genere di scena, ma lo erano decisamente meno il vociare sommesso e le risatine dei turisti.
Un secondo cordone formato di uomini in uniforme e auto della polizia teneva infatti a bada i curiosi, ma i flash delle fotocamere digitali davano un chiaro indice della morbosa attenzione della gente per un evento che, invece, avrebbe dovuto inorridirli.
Maledetta città. Pensò tra sé Matt prima di piegarsi sul cadavere ed infilare il paio di guanti in lattice che gli passò Will.
L’aria fresca e umida che giungeva dall’oceano sembrò voler cancellare l’odore di morte che galleggiava attorno al corpo della ragazza, ammazzata senza tanti complimenti come le precedenti su cui stava ancora indagando, anch’ella vittima di un serial killer con la mania dello squarcio alla gola e del totale dissanguamento delle proprie prede.
Guardando attentamente attorno a sé, notò come al solito la totale assenza di tracce di sangue sull’asfalto e, scrutando Will con aria esasperata, disse: “Come cavolo fa a non lasciare neppure una goccia di sangue a terra, con squarci alla gola di questo genere?”
“Se ti dicessi che non ne ho la più pallida idea, mi crederesti?” replicò Will con la stessa aria esasperata.
Sbuffando infastidito, Matt tornò a visionare il corpo, trovandolo assurdamente lindo e privo di segni di violenza. Faticava ancora a farsi un’idea del killer che riduceva a quel modo le sue vittime, senza però torcere loro un solo capello.
“Nessuna violenza sessuale?” chiese come da routine, ma immaginava già la risposta.
“Niente. Nada. Nessun segno di lotta, nessun segno di aggressione fisica, a parte la gola, ovviamente… controlleremo le cellule epiteliali trovate sotto le unghie, ma scommetto una birra che non ci porteranno da nessuna parte. Inoltre, non ci sono segni di lotta, sul corpo. Nessun riscontro, ad un primo esame visivo” disse Will, come se la cosa fosse assurda.
E lo era. Chi era la persona che si sarebbe fatta ridurre in quello stato senza neppure provare a difendersi?
“Non poteva difendersi da un vampiro” disse all’improvviso una voce sottile alle loro spalle.
Will e Matt sollevarono il capo per voltarsi a guardare dietro di loro e, con enorme sorpresa mista ad un pizzico di incredulità, si ritrovarono davanti uno scricciolo di donnina in jeans e maglietta sfilacciata e che, con fiero cipiglio, stava osservando la scena del crimine come se ne avesse viste a centinaia.
Solo in un secondo momento i due si accorsero che si trovava oltre il limite della linea gialla e Matt, levandosi in piedi, le si avvicinò e disse con una certa scortesia: “Senti ragazzina, non è il tuo posto, questo. Torna dietro il cordone di sicurezza e fammi il piacere di non avvicinarti più.”
La ragazzina sogghignò al suo indirizzo, impertinente come un monello di strada e Matt, lanciando uno sguardo insofferente al compagno di pattuglia, esalò: “E tu perché l’hai fatta entrare, Greg?!”
Greg si limitò a scrollare le spalle, indicandola come per dire ‘lei può’ e la ragazzina, sventolando davanti al naso di Matt un foglio diligentemente ripiegato, disse: “Ho amicizie ben più potenti delle tue, mio caro poliziotto.”
Matt, infuriato, le strappò di mano il foglio e lo aprì sotto gli occhi incuriositi di Will che, con un fischio di sorpresa, esalò: “Cavoli! Niente meno che l’FBI!”
Tornando a guardare con circospezione la ragazzina dall’aspetto così trasandato, Matt disse: “Non mi interessa se la manda anche il Padre Eterno! Qui non deve stare.”
“E invece sì. Sono stata mandata appositamente per dare una mano nelle indagini” replicò la ragazzina, riprendendosi il foglio e infilandolo in una tasca dei jeans schiariti che indossava. “Voi non avete la più pallida idea di cosa stiate cercando…io sì.”
“E cosa? Un vampiro?” la irrise bonariamente Matt, prima di accorgersi dell’assoluta serietà della ragazza.
Scostandoli con un gesto secco della mano, la ragazzina si piegò accanto al cadavere, annusando l’aria un paio di volte prima di dire: “Non più di due ore fa, maschio, almeno un metro e ottanta. Un cucciolo, direi, a giudicare dallo squarcio sul collo e dalle petecchie negli occhi della vittima. L’ha soffocata mentre si cibava… in modo piuttosto maldestro, oltretutto. Non ne aveva affatto bisogno, ma la sete porta a fare simili errori. L’ha uccisa prima di terminare di cibarsi, togliendosi gran parte del gusto.”
Will e Matt la fissarono basiti per alcuni secondi. Era pazza, forse?
Piegandosi accanto a lei, Will disse: “L’orario della morte è esatto, ma non capisco come puoi dire l’altezza del killer. E meno ancora capisco il resto di ciò che hai detto.”
“L’altezza la desumo dall’angolatura del morso… ops, squarcio. Mi sembra lo abbiate chiamato così…” ironizzò lei, indicando la ferita tremenda al collo della vittima. “…comunque, proseguendo nella mia deduzione, potrei anche dirle che, tra gli ultimi casi di sparizione che avete avuto qui a Los Angeles, dovrebbe esserci il killer di questa ragazza. I cuccioli sono ferocemente territoriali, non si allontanano mai dalla città in cui sono nati… e morti.”
Aggrottando la fronte, Matt disse: “Che c’entrano i casi di sparizione con il serial killer?”
La ragazzina si risollevò con un fluido movimento di gambe e, guardando Matt nei suoi occhi di giada, commentò con una scrollata di spalle: “Non siete davanti ad un serial killer, ma ad un’aggressione di cuccioli di vampiro. Perciò, siete nei guai fino al collo.”
“Ma tu chi diavolo sei?” ringhiò Matt, fissandola come se avesse davanti una decerebrata.
Allungando una mano sottile e dalle unghie curatissime e tinte di nero e che, tra le altre cose, reggeva un tesserino dall’aspetto molto istituzionale, la ragazzina disse: “Agente Katrina Alexandrova, FBI.”
***
Dire che aveva un diavolo per capello era poco. Era furibondo e, soprattutto, aveva una voglia matta di mettere le mani intorno al collo flessuoso e pallido della ragazzina che lo stava seguendo come una scolaretta obbediente all’interno del dipartimento di polizia dove lui lavorava.
I suoi colleghi, vedendolo così accigliato e, soprattutto, notando la ragazzina in sua compagnia, sghignazzarono e dissero quasi all’unisono: “Ehi, Matt… è la tua sospettata per i crimini?”
“Andate a farvi fottere” disse senza tanti complimenti Matt, rivolgendosi a nessuno in particolare.
L’aria stantia del dipartimento sapeva di scartoffie, caffè scadente e sigarette e, tra il vociare dei poliziotti e il suono di stampanti e fax, non sembrava fossero solo le sei del mattino. Quel posto era perennemente nel caos, non c’era mai un attimo di tranquillità, ma a lui piaceva così.
Era sempre stato un luogo in cui a lui piaceva tornare, dopo ore passate a guardare cadaveri senza un nome o liti familiari sfociate nel sangue.
Quel giorno, invece, gli sembrava che persino quel posto non fosse per lui, specialmente dopo quello che aveva saputo dalla ragazzina che gli stava alle calcagna e, subito dopo, dal suo capo. Non poteva essere vero! Non potevano averlo tradito a quel modo! Non loro! Non la polizia!
Buttando quasi giù la porta a vetri dell’ufficio del suo superiore, Matt sbatté le mani sulla sua scrivania di legno compensato e, ringhiando, disse: “Che razza di storia è questa, capo?!”
Katrina entrò dopo di lui, più tranquillamente e, con un gesto grazioso della mano, si chiuse la porta alle spalle prima di dire: “Urlare come un forsennato non cambierà lo stato delle cose.”
Matt la liquidò con uno sguardo feroce prima di tornare a rivolgersi al suo capo, il capitano Nelson Scott, e dire ancora: “Allora, che vorrebbe dire che me la devo scarrozzare al seguito?”
“Quello che ti ho riferito per radio, Matt. La signorina, … ehm, l’agente qui presente non ti ha raccontato ‘stronzate’, come tu hai tanto educatamente specificato alla radio” disse imperturbabile il capitano, sistemandosi distrattamente la cravatta regimental a righe blu e carminio che indossava su una camicia azzurra inamidata di fresco.
Il prurito alle mani gli tornò prepotente e desideroso di sfogo mentre Katrina, come se nulla fosse, consegnava un foglio al capitano prima di presentarsi cordialmente e con un sorriso sul viso chiaro.
Sapeva cosa diceva quel foglio.
Quella ragazzina minuta e gracile come un fuscello faceva parte dell’FBI, nonostante la giovane età. Aveva dimostrato in ben quarantacinque casi risolti con successo di avere le capacità e l’intelligenza necessarie per restare tra le fila dei federali e, anche se sembrava assurdo, le telefonate che Nelson aveva fatto a Washington non avevano che confermato i suoi sospetti. Quello era un vero agente, e se lo sarebbero dovuti tenere fino al termine delle indagini.
Ma non era tanto la giovane età dell’agente, o il fatto che l’FBI si fosse scomodato, quanto quello che la ragazza stava blaterando da quando era entrata in contatto con il loro dipartimento.
Vampiri.
Da Washington avevano inviato una pazza furiosa?
Katrina si infilò le mani in tasca come avrebbe fatto qualsiasi altra ragazzina della sua età e, sporgendo un po’ il labbro inferiore con aria petulante, disse: “Non mi sembra che il suo sottoposto sia molto d’accordo circa la mia presenza qui.”
“Si adeguerà come ho fatto io” disse senza troppi complimenti Nelson, fulminando con lo sguardo Matt che, imprecando, uscì di gran carriera dall’ufficio del capo per andarsene alla sua scrivania a completare le scartoffie su quell’ennesimo caso di omicidio.
Ormai non faceva altro, in quelle ultime settimane, e la sua scrivania sembrava un campo di battaglia, ricoperto com’era di buste piene di fotografie di scene del crimine, cartelline dei casi tutt’ora aperti e numeri di telefono di giornalisti che volevano parlare con lui del serial killer.
Un autentico inferno.
Sollevando un sopracciglio con ironia nel vederlo uscire così infuriato, Katrina commentò: “Sarà divertente, questo incarico.”
“Precisiamo una cosa…agente…” cominciò col dire il capitano, storpiando l’ultima parola per far intendere quanto il suo grado non gli piacesse per niente. “… io sono un amico dei federali finché i federali restano amici miei. Desidero essere informato sullo svolgimento delle indagini e, soprattutto, non voglio più sentire idiozie su fantomatici succhiasangue e robe simili. Ci bastano i giornalisti, che scrivono spazzatura su questa faccenda tutti i santi giorni.”
Katrina gli lanciò uno sguardo di lame ambrate, dicendo per contro con voce piana e gelida: “Non sono idiozie. E’ la pura e semplice realtà dei fatti. Lei non ha neppure la più pallida idea di quel che ho combattuto io, e non credo dormirebbe la notte se sapesse che genere di mostri pullulano nelle strade che lei cerca di mantenere sicure. E non parlo di mostri con pistole e bustine di crack. Parlo di mostri con la M maiuscola, parlo di anatemi persi nell’immaginario collettivo, parlo del Ba-bau che la spaventava da piccolo e che la costringeva a dormire con la lampada accesa perché aveva paura di essere portato via da lui, la notte, quando era solo sotto le coperte.”
Nelson rimase imbrigliato nelle iridi di falco di Katrina finché lei non si risollevò distogliendo lo sguardo e, con un sospiro nervoso, terminò di dire: “Verrà a conoscenza di ciò che potrò dirle, capitano e, se non le sta bene, chiami i miei superiori a Washington e urli a loro le sue rimostranze.”
Nel dirlo, gettò un ultimo sguardo alla scrivania ingombra di scartoffie del capitano e, con un ultimo saluto di commiato, uscì a sua volta. Guardarlo nuovamente negli occhi avrebbe creato troppi guai quindi, meglio essere scortesi e allontanarsi alla svelta.
Non le era piaciuto sapere che avrebbe dovuto trattare con la polizia locale – di solito non si preoccupava di intessere rapporti con loro, ma compiva il suo lavoro in silenzio, senza farsi tanta pubblicità – ma, da brava agente, aveva ingoiato il rospo e si era diretta senza ulteriori indugi a Los Angeles per dare una mano.
Quel che aveva trovato l’aveva preoccupata parecchio perché, solitamente, i Prior non lasciavano mai i cuccioli in giro per le strade a combinare casini. Non era nei loro interessi attirare l’attenzione degli umani e, meno ancora, far incazzare le forze dell’ordine.
Ma stavolta era successo. E in grande stile. Perché?
Mentre Katrina rimuginava sul da farsi, lanciò uno sguardo a Matt, seduto alla sua scrivania ed intento a sistemare in un contenitore oblungo, posto su un angolo della sua postazione da lavoro, tutte le scartoffie che, a quanto pareva, si erano accumulate nei giorni. Dimenticato sotto un gomito, il rapporto dell’ultima vittima che avevano trovato nel vicolo – Becky Sherman – attendeva di essere compilato in ogni sua parte e lei, sedendosi di fronte alla scrivania sull’unica sedia disponibile, disse: “Irritarsi a questo modo non farà cambiare le cose.”
“Il mio umore non ti deve riguardare. Inoltre, ho già un partner con cui lavorare, e non sei tu” le sputò addosso di malagrazia Matt, senza neppure alzare lo sguardo da ciò che stava facendo.
Era troppo furioso per perdere tempo anche solo a prendere in considerazione l’idea di essere educato, anche se probabilmente sua madre lo avrebbe preso a calci nel sedere se fosse venuta a sapere come si stava comportando con quella ragazzina.
Già, una ragazzina.
A vederla, non sembrava essere più che ventenne, forse non li raggiungeva neppure. Difficile dirlo, con quei riccioli neri arruffati attorno alla testa e il viso apparentemente privo di trucco, da ragazzina acqua e sapone.
Aveva sempre avuto occhio per i particolari – più volte lo avevano contattato dalla scientifica perché cambiasse ramo d’investigazione – e aveva notato subito che, a dispetto del suo aspetto fresco e giovanile, da teen-ager, i suoi erano i movimenti di una persona abituata da tempo a destreggiarsi in ambienti dove la morte e la violenza la facevano da padroni e, in cuor suo, si era chiesto che genere di vita avesse passato per essere stata inserita tra gli agenti dell’FBI, e così giovane per giunta.
Il fatto che fosse anche carina era un dettaglio insignificante, per lui. Ne aveva conosciute a bizzeffe di belle donne, e non aveva certo intenzione di perdere del tempo con un agente in gonnella dell’FBI che, probabilmente, si era appena tolta l’apparecchio ai denti.
“Il tuo collega rimarrà al suo posto, non voglio certo mandarlo da qualche altra parte. Ma ci sarò anch’io a lavorare sul caso” disse imperturbabile Katrina, intrecciando le esili braccia sotto il seno.
Matt finalmente levò il capo per guardarla e, uscendosene con un sibilo furioso tra i denti, commentò: “Tu andrai direttamente all’asilo da cui te ne sei uscita, è chiaro?!”
Katrina non batté ciglio, continuando a fissarlo con aria pacifica e, piegandosi leggermente in avanti, socchiuse le palpebre e disse con voce flautata: “Niente di ciò che dirai, farai, urlerai, minaccerai potrà distrarmi da questo caso. Sappi però una cosa. Ho giurato di proteggere gli Stati Uniti perché mi hanno offerto ospitalità e protezione, ma non ho mai detto come avrei protetto il mio paese. Se per difenderlo dovrò uccidere te perché mi ostacoli, ben venga. Non ne farò un dramma.”
Qualcosa, nello sguardo di Katrina, azzittì completamente Matt che, pur convinto che quelle della ragazza fossero solo minacce a vuoto, preferì non andare avanti con quell’arringa e, riprendendo il suo lavoro, si limitò a borbottare: “Basta che non mi pesti i piedi.”
“So camminare già da un bel po’ di anni” commentò sarcastica Katrina.
Una collega di Matt, fermandosi accanto alla scrivania, sorrise complice a Katrina e disse: “Non farti spaventare dai modi burberi di questo omaccione. In fondo non è cattivo.”
Katrina le sorrise e replicò: “Deve ancora nascere l’uomo che possa spaventarmi.”
“Ben detto” annuì Susan, dandole una pacca sulla spalla prima di aggiungere: “E tu, sii più cortese con le signore.”
“Sue, non hai niente da fare?” si lagnò Matt, chiudendo con stizza gli occhi prima di tornare a guardarla supplichevole. Ci mancava solo la solidarietà femminile!
“Vado, vado…” ridacchiò Susan, sollevando le mani in segno di resa prima di strizzare l’occhio a Katrina e dire: “…fagli vedere i sorci verdi.”
“Sicuro” ammiccò Katrina prima di alzarsi e dire: “Ho una cosa per te. Posso dartela senza che tu ti imbestialisca?”
Matt si decise a guardarla senza desiderare di farla fuori e, sospirando enfaticamente, disse: “E va bene. Che vuoi darmi?”
Katrina tirò fuori da una tasca dei jeans una piccola crux gemmata in argento, interamente ricoperta di piccoli rubini tondeggianti del colore del sangue e, allungandola a Matt, disse con cupa serietà: “Servirà a proteggerti da coloro che stiamo cacciando… l’argento, per loro, è come veleno. Non potranno azzannarti al collo, se lo porti, e di certo ne staranno alla larga, visto che odiano le pietre che sono incastonate nella croce”
Matt se la rigirò tra le mani con un misto tra fascino e sconcerto e, scrutando diffidente Katrina, disse: “Non sono rubini?”
“Sono Sangre de Dios. E’ una qualità molto rara di rubini e valgono una fortuna, per la cronaca. Ma tengono a bada i vampiri meglio dell’acqua santa, per cui ho optato per quella, piuttosto che per una boccetta di vetro che non avresti saputo dove mettere” scrollò le spalle Katrina, rimettendosi comodamente seduta.
Indossandola – non voleva litigare ancora e, a giudicare dal suo sguardo, non l’avrebbe mollato finché non gliel’avesse vista al collo – le disse. “Sai che i vampiri non esistono, vero?”
“Sai che qualcuno, qualche secolo fa, diceva che la terra era piatta?” replicò con uguale ironia Katrina.
Greg decise di giungere in quel momento, forse per caso, forse per salvarlo e, salutando entrambi con un cenno della mano, disse. “Allora è vero che ora lavoriamo in tre?”
“A quanto pare” commentò Katrina, allungandogli una mano. “Katrina Alexandrova. Tanto piacere.”
“Piacere mio. Io sono Gregory Spencer” disse Greg, cordiale come sempre. “E’ vero che sei un agente dell’FBI?”
“Eccome” annuì Katrina prima di sentir squillare il suo cellulare.
Estraendo un Iphone4 dal porta cellulare che teneva alla cintura, Katrina disse subito: “Dimmi Sam. Che succede?”
“Casini. E anche grossi. Tirati dietro i due poliziotti con cui devi collaborare e vieni subito all’angolo tra la South Venice e Strongs Drive. Ho sentito l’odore di un cucciolo… e di sangue.”
Aggrottando la fronte, disse. “Stai attento, o ti spellerò vivo se ti torci anche un solo capello.”
“Corri” si limitò a dire Sam prima di chiudere la comunicazione.
Con oscuro cipiglio, Katrina guardò i suoi due nuovi compagni e disse: “E’ probabile che ci sia un’altra vittima, tra la Venice e la Strongs. Presto!”
“Ma non c’è ancora stata nessuna chiamata” protestò Matt, pur afferrando dalla scrivania le chiavi dell’auto e la sua Beretta 9 mm d’ordinanza.
Katrina si catapultò verso l’uscita, seguita a ruota dai due poliziotti, e disse. “Sam, il mio collega, mi ha chiamata per dirmi di aver trovato una traccia… un cucciolo è in azione proprio adesso.”
“Che intendi per cucciolo?” volle sapere Matt, oltrepassandola e aprendo le portiere della vecchia Honda Accord senza insegne che usavano per raggiungere i luoghi del delitto.
Chiudendo la portiera accanto a sé con un clang di lamiere di poco prezzo, Katrina disse seria: “I cuccioli sono i vampiri nati da meno di due mesi. Sono assolutamente stupidi, affamati all’inverosimile e difficilmente controllabili. Per questo, di solito, i Prior si occupano di loro.”
Uscendo in tutta fretta dal parcheggio sotterraneo del dipartimento, Matt disse: “Sai benissimo che non capiamo un’acca di quello che stai dicendo, vero?”
“Lasciate perdere le spiegazioni” disse in fretta Katrina, allungando anche a Greg una crux gemmata uguale a quella che aveva dato a Matt. “Vedrete con i vostri occhi di cosa parlo… deve essere un pazzo per agire adesso, quando sta per albeggiare.”
“Vuoi dire che esploderà, finirà in polvere o cose simili, col sorgere del sole?” commentò ridacchiando Greg, tenendosi alla maniglia del passeggero quando Matt accelerò. Fortunatamente, a quell’ora del mattino, il traffico non era ancora ai suoi massimi livelli e, pur dovendo percorrere alcune miglia per raggiungere il luogo della presunta aggressione, sarebbero arrivati nel giro di pochi minuti al massimo.
Con cupa convinzione, Katrina disse: “Se lo prendo prima io, non arriverà a vederlo, il sole.”
“Sei pazza” commentò ridacchiando Matt, prima di svoltare sulla South e pigiare sul pedale dell’acceleratore.
Superate un paio di auto dall’andatura decisamente troppo tranquilla per i suoi gusti, Matt si guardò attorno per non sbagliare l’imbocco della via ma, nel vedere un uomo ben piantato e in abito scuro e che, oltretutto, stava facendo loro segno di fermarsi, disse: “Il tuo collega?”
“Sì, è Sam” annuì Katrina, smontando dall’auto quando ancora era in fase di parcheggio. “Tutto bene?”
Sam, sorridendole dolcemente, le sfiorò il viso con un dito prima di dire: “Sei troppo apprensiva, Kat. Calmati. Posso ben affrontare un cucciolo anche senza di te.”
“Beh, lascia che sia apprensiva. Mi fa bene al sangue” replicò lei, prima di veder apparire al suo fianco Matt e Greg. “Signori, lui è Samuel Nickolajev.”
Sam, allungando una mano verso i poliziotti, disse: “Piacere di conoscervi.”
“Gregory Spencer.” disse Greg, tutto sorridente.
“Matthew McRoy… allora, la pista di cui ci parlava Katrina?” chiese Matt, dopo aver stretto la mano di Sam e averlo guardato con attenzione. A dispetto del nome, che avrebbe potuto fargli pensare a un russo, lui non sembrava avere nulla a che fare con quel paese. Era bruno, dall’aspetto mediterraneo, con occhi neri come pece e l’ossatura robusta. Davvero strano.
Con un cenno del capo, Sam cominciò a camminare speditamente lungo la Strongs e, mantenendo un passo sostenuto, disse loro: “La scia porta da questa parte… è vecchia di dieci minuti. Non di più.”
Matt fece per commentare quell’uscita davvero assurda quando, sorpreso, vide Katrina infilare una mano sotto la maglietta ed estrarre dalla cintura dei pantaloni una pistola nichelata – una Beretta Tomcat o una Derringer, non ne era sicuro – e le sentì dire: “Sai dirmi quanto è giovane?”
“Meno di una settimana… è uno squilibrato, Kat. Del tutto fuori controllo” disse Sam, sfiorandola con lo sguardo.
Tutt’intorno, le imposte delle abitazioni erano ancora ben sigillate e nessuno era per strada, diretto al posto di lavoro. Privilegiati, a quanto pareva.
Nella strada si potevano contare non meno di un centinaio di auto parcheggiate e, almeno ad una prima occhiata, non sembravano esserci segni di colluttazione di alcun tipo.
In lontananza, il ronzio delle auto sulla South Venice continuava incessante, distraendo soltanto vagamente Matt che, sempre dietro a Katrina e Sam, sussurrò al compagno: “Tu vedi nulla?”
“Un accidente, compare” disse Greg, sfiorando con delicatezza il pellame della fondina della pistola che teneva sul fianco.
Scaramanzia, lo sapeva, ma ammetteva di avere a sua volta un certo prurito alle mani, tale da portarlo a esibirsi nello stesso tipo di rituale.
Non era la prima volta che si trovavano in una situazione di pericolo – era il loro mestiere, dopotutto – eppure quella volta Matt ammise con se stesso di avere paura.
Non era certo che fossero stati i commenti di Katrina o la recente vista dell’ultimo cadavere ad avergli fatto sorgere quella tensione insolita e così fastidiosa, in ogni caso, quando vide Sam levare un pugno per segnalare loro di bloccarsi, quasi trasalì.
“Fermi” sussurrò poi Sam. “E’ laggiù.”
“Come fai a dirlo?” disse Matt, parlando a bassa voce. Lui non vedeva nulla se non auto parcheggiate, bei giardini e case dalle forme squadrate e semplici.
Sam lo fissò ironico, guardandolo da sopra la spalla robusta, prima di dire: “Potrei sentire un vampiro a un miglio di distanza.”
“Sam,ti prego…” commentò Kat, prima di voltarsi verso Matt e dire: “…prendi questa e, se ci sfugge per qualsiasi motivo, sparagli alla testa e al cuore. E’ chiaro?”
“Ho la mia” precisò lui, rifiutando l’arma.
“E’ armata a proiettili d’argento?” disse con ironia Kat, prima di ficcargliela in mano e aggiungere perentoria: “Restate lì”
Un ultimo sguardo e Kat si avviò dietro a Sam mentre Matt, tenendo in mano la pistola della ragazza come se fosse stata una bomba, brontolò: “Ma per ci ha presi? Per due matricole?”
Ridacchiando, Greg si accucciò dietro un’auto per non essere un eventuale bersaglio e commentò: “Lasciali fare… non vedo l’ora di vederli col culo a terra e desiderosi del nostro aiuto.”
“Giusto” annuì Matt, imitando l’amico e compagno e infilando la pistola di Katrina nella cintura. Non gli serviva quel gingillo per signorine.
Greg non fece in tempo a ridacchiare di fronte all’espressione accigliata dell’amico che, dal fondo del vicolo, giunse un grido atroce, come di un uomo squartato e, sobbalzando al pari del collega, esalò: “Ma che succede?”
Un attimo dopo, una figura di nero vestita corse verso di loro ad una velocità assurda, … disumana e Matt, brandendo immediatamente la pistola, fece fuoco prendendo la mira per ferirlo, in modo tale da rallentarlo e acciuffarlo senza problemi.
Il colpo finì per conficcarsi nella spalla del giovane che, imperturbabile, piombò loro addosso scaraventandoli entrambi a terra sull’asfalto.
Greg strillò di sorpresa e, pur se impaurito, afferrò un braccio dell’assalitore per liberare Matt che, ingabbiato sotto il peso del ragazzo che lo aveva aggredito, stava tentando inutilmente di liberarsi dalla sua stretta letale.
Vistosi disturbato dagli strattoni di Greg, l’aggressore snudò i denti e sibilò contro di lui, facendo l’atto di morderlo e mettendo in bella vista denti bianchissimi… e zanne degne di una tigre.
Quella visione tramortì entrambi come una mazzata in pieno viso. Che diavolo era quella cosa?!
Azzannando l’aria nel tentativo di colpire Greg che, sempre più spaventato, mollò la presa scivolando freneticamente indietro spingendosi con mani e piedi, il ragazzo tornò a concentrarsi su Matt e si piegò per morderlo sul collo, non trovando più nulla ad ostacolarlo.
O almeno così aveva pensato.
Non appena si trovò abbastanza vicino alla crux gemmata, strillò di dolore e cominciò a bruciare come un tizzone ardente, spaventando ulteriormente Greg e portando Matt a ripararsi dalle fiamme che, sempre più alte, stavano divampando dal giovane che lo aveva buttato a terra.
In un attimo, il peso sopra di lui scomparve e Matt, allibito e terrorizzato al tempo stesso, vide Sam vicino a lui e la sua mano infilata tra le fiamme nel tentativo di tener fermo il ragazzo, che si contorceva come in preda a una crisi epilettica, squassato da spasmi che avrebbero spezzato la spina dorsale di qualsiasi essere umano.
Niente di quello che aveva visto finora lo aveva preparato ad uno spettacolo simile e, sospingendosi indietro con mani e piedi, Matt continuò a guardare il fuoco che divampava dal corpo del ragazzo, chiedendosi furiosamente cosa lo avesse fatto incendiare e perché Sam riuscisse a tenerlo bloccato nonostante avesse un braccio immerso nel fuoco.
Tanto era preso dal panico e dallo sconcerto, Matt non si accorse della presenza di Katrina al suo fianco finché non le sentì dire: “Stai bene? Non sei ferito, vero?”
Lui sobbalzò, sgranò gli occhi fino a farsi male e, a sorpresa, vide la pena e il rammarico sul volto della ragazza.
Guardandosi un momento alle spalle per dare un’occhiata a Greg che, al pari del collega, osservava la scena con occhi sgranati e con il corpo impietrito dall’orrore, Katrina avvolse le spalle di Matt con un braccio e disse: “Ora sapete cos’è un vampiro.”
 
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folgorata
view post Posted on 7/1/2011, 13:41




Non ho letto Marilin, voglio prima sapere se hai riflettuto su cos'è un thriller vampiresco.
O è un horror o è un Xfiles. Non ci sono scappatoie. È questo che pensi di ottenere?
E rispetto a questi due generi, che cosa avrà il tuo thriller vampiresco di diverso da poter colpire la fantasia dei lettori?
Vampiri con peculiarità nuove? Una macchina mangia vampiri? Una società che tollera la donazione di sangue ai vampiri? Un protagonista cieco e dall'olfatto straordinario?

Vorrei che si accettasse l'idea che è inutile buttarsi a scrivere una pagina raccomandandosi a Dio per il seguito, il prodotto va pianificato, pensato e poi redatto. È inutile coinvolgere il gruppo a valutare la resa stilistica su un piano di lavoro che non sia stato sufficientemente pensato e programmato.
 
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claudio7
view post Posted on 7/1/2011, 15:02




Folgorata ha sicuramente ragione in tutto e per tutto. In ogni modo io ho letto questo capitolo e mi è piaciuto, aldilà di qualche imperfezione, delle imprecisioni e qualche contraddizione, il pezzo è molto bello e avvincente. I personaggi sono azzeccati e interessanti. L'agente FBI è molto peculiare, mi piace. Come mi piace la scelta di una squadra a tre, o quattro... Certo, vista la quantità di romanzi sui vampiri, bisogna pensare a scrivere qualcosa di sorprendente e diverso per attirare l'attenzione dei lettori. Già l'averne fatto una sorta di thriller non è una cattiva idea secondo me, ma il tutto bisogna svilupparlo e studiarlo a dovere come dice Folgorata. Bisogna lavorarci molto. Inserire ingredienti nuovi.
Ciao e ancora complimenti.
 
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Marilynn
view post Posted on 7/1/2011, 16:42




@ folgo: allora, è l'agente dell'FBI ad avere delle peculiarità, perchè è un diurno (vampiro che può girare di giorno, come Blade, ma non per gli stessi motivi, da lì il nome 'la crux', che spiegherò poi) e il suo collega è un licantropo.
Diciamo che è un poliziesco sul genere X-files, visto che ci sono di mezzo dei mostri. Si parla di una società di vampiri integrata nel sistema e conosciuta solo alle alte sfere, non ai comuni mortali. E di qualcuno che vuole scardinare questo sistema, questa pace acquisita tra umani e vampiri. L'agente dell'FBI di cui parla la storia (il diurno) è la chiave x scardinare questo sistema. Ci sono anche dei traditori nell'FBI che aiutano il vampiro che vuole riportare l'anarchia (in cambio c'è l'immortalità).
Se pensi possa essere interessante, ci posso lavorare sopra (per adesso ho solo due capitoli scritti e tutto il resto è messo giù sotto forma di appunti), diversamente non spreco altro tempo su questo progetto.

@ claudio: grazie per i complimenti. Dimmi pure dove ti sembra ci siano incongruenze, così ricontrollo subito. :)
 
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claudio7
view post Posted on 7/1/2011, 19:04




Ok, ora vado di fretta, stanotte però ti rileggo e ti segnalo le cose che ho notato, in ogni caso erano poche! Comunque prima aspettiamo il parere di Folgorata, anche se secondo me potrebbe essere interessante come romanzo...
 
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claudio7
view post Posted on 8/1/2011, 01:05




Ecco qui i miei suggerimenti, alcuni sono solo quello, quindi in caso tu non li condivida, semplicemente non prenderli in considerazione, non c'è problema. A vederli così sembrano tanti, ma ti assicuro che leggendo il tuo pezzo sono cose che si notano poco e che nulla tolgono alla validità del tuo elaborato.

"Ma che era preso, a quella città?"
Questa espressione non suona tanto bene, anche perchè nella frase dopo ripeti era... in ogni caso Ma che le era preso... starebbe meglio, o altrimenti cambiarla.

" calibro .38."
Niente, solo un punto di troppo davanti al numero.


"e, all’età di diciannove anni era uscito di pattuglia per la prima volta assieme ad un collega più anziano, William T. Jefferys, che era poi stato trasferito alla Divisione Investigazioni Scientifiche.
Vedendolo in mezzo ai colleghi della Scientifica"
Ineccepibile, almeno per me, come lo hai scritto, però qui fai un salto incredibile, una piccola introduzione di sole due righe per poi dire che il collega era lì. Hm forse dovresti aggiungere qualche frase in più per preparare meglio il lettore o prima far comparire l'ex collega e poi fargli ricordare i tempi in cui andavano di pattuglia insieme.

" – mandando in tilt per qualche secondo gli occhi di Matt "
Di Matt lo sostituirei con "i suoi occhi", giusto per non ripetere troppo Matt, tanto sono solo loro due e il nome l'hai detto poco prima e c'è anche poco dopo.

"commentò a sua volta Will, indicandogliela col pollice."
Col pollice?

Nei dialoghi metti troppi Esalò: e Disse: hmm, sarebbe meglio variare di più, mettere dei replicò, commentò, bofonchiò e così via, te lo dico a te, anche se anch'io scrivendo quando mi fisso con un disse o un replicò, non ne esco più... ehm

"La ragazzina si risollevò con un fluido movimento di gambe e, guardando Matt nei suoi occhi di giada,"
Qui sembra che gli occhi color di giada li abbia lui, ma più avanti come ovvio si capisce che è lei ad averli di quel colore... quindi forse è più giusto "con i suoi occhi..."

"Ma non era tanto la giovane età dell’agente"
Agente l'hai detto poco prima, e stai parlando di lei, non c'è bisogno di specificarlo. Ogni tanto fai delle ripetizioni, ma quello è un errore che faccio anch'io... ops capita. Rileggendolo appositamente per eliminarle, dovresti riuscire a risolvere il problema.

"Sollevando un sopracciglio con ironia nel vederlo "
Io prima di questa frase metterei una riga vuota, perchè stai cambiando scena, nello specifico tornando alla fine di quella precedente e quindi anche facendo un salto indietro nel tempo, per quanto piccolo. La riga vuota aiuta il lettore a capire questo passaggio.

"a dispetto del suo aspetto"
questa è una cacofonia, sarebbe meglio "a dispetto della sua aria..."

"Ho giurato di proteggere gli Stati Uniti perché mi hanno offerto ospitalità e protezione, ma non ho mai detto come avrei protettoil mio paese." Maccome è diventato il suo paese? Anche se gli hanno dato asilo è pur sempre russa.

"Ma tengono a bada i vampiri meglio dell’acqua santa, per cui ho optato per quella,"
Il soggetto qui sono i rubini, infatti la frase è al plurale, quindi "quelli,"

“Stai attento, o ti spellerò vivo se ti torci anche un solo capello.”
Ho capito bene? Lo minaccia che se si fa male...?

“Che intendi per cucciolo?” volle sapere Matt,"
Maccome, non glielo aveva già spiegato?

"deve essere un pazzo per agire adesso, quando sta per albeggiare.”
Se sta per albeggiare vuol dire che prima quando stava redigendo il verbale era tardissimo, non avrebbe rimandato all'indomani e vuol dire anche che il suo capo era lì fino ad allora, strano e poi sopratutto, fino a questo punto non avevi messo riferimenti
circa gli orari e ora improvvisamente è già mattino... hmm

"una figura di nero vestita corse verso di loro ad una velocità assurda, … disumana e Matt, brandendo immediatamente la pistola, fece fuoco prendendo la mira per ferirlo"
Come, gli spara senza neanche provare ad intimargli l'alt? Troppo sbrigativa, Matt prima di sparare deve almeno vedere in lui un pericolo reale, se no perchè gli spara?Magari il tipo era solo una vittima che fuggiva. Un poliziotto che non lascia neanche il beneficio del dubbio è politically incorrect!

"In un attimo, il peso sopra di lui scomparve e Matt, allibito e terrorizzato al tempo stesso, vide Sam vicino a lui e la sua mano infilata tra le fiamme nel tentativo di tener fermo il ragazzo"
Qui sei ancora appena frettolosa, fai comparire Sam senza alcuna spiegazione. Come è arrivato lì, almeno Matt se lo deve chiedere...

Finito. I miei più sinceri auguri e spero che Folgo ti dia un parere positivo...
 
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Marilynn
view post Posted on 10/1/2011, 08:59




grazie, claudio...adesso mi stampo i tuoi appunti e mi rileggo il primo cap. con calma...poi, eventualmente, ti spiego i punti che non ti sono chiari... :)
 
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folgorata
view post Posted on 23/1/2011, 01:26




Allora veramente bello e ben scritto...
Ma che cosa ne sai tu di come sono le strade di los Angeles? La Sud Venice?!?! Ti sei documentata? E la pistola nichelata? Fantiastico Marilin... Anche se io avevo sperato che la vampirologa fosse una sensitiva della gente comune che cerca di indirizzare verso la pista giusta la polizia... Comunque bellissimo.

Ora i suggerimenti:

CITAZIONE
Le poche auto che scivolavano lungo la Venice erano ben lontane dall’essere la Mustang rossa di Derek, per cui il pericolo più imminente sembrava evitato.

Scusa ma come può un fruscio farle persare che stia sopraggiungendo un auto? Come può confondere un fruscio di foglie con l’eventuale rombo della Mustang di Derek?

CITAZIONE
preda di un subitaneo sonno.

preda di una sonnolenza improvvisa.

CITAZIONE
gli scattò una foto con il potente flash

Siamo di notte? Potente puoi ometterlo

il Vampiro degli Angeli è un titolo formidabile, quasi me lo gioco per il libro di Alices! Con il tuo permesso ovviamente

CITAZIONE
Greg si limitò a scrollare le spalle, indicandola come per dire ‘lei può’ e la ragazzina, sventolando davanti al naso di Matt un foglio diligentemente ripiegato, disse: “Ho amicizie ben più potenti delle tue, mio caro poliziotto.”

Meglio: Greg si limitò a scrollare le spalle, indicandola come per dire ‘lei può’ e la ragazzina, sventolando davanti al naso di Matt un foglio diligentemente ripiegato come a dire “Ho amicizie ben più potenti delle tue, mio caro poliziotto.

CITAZIONE
: “Cavoli! Niente meno che l’FBI!”

: “Cavoli! Niente meno che FBI!”

CITAZIONE
“E invece sì. Sono stata mandata appositamente per dare una mano nelle indagini” replicò la ragazzina, riprendendosi il foglio e infilandolo in una tasca dei jeans schiariti che indossava. “Voi non avete la più pallida idea di cosa stiate cercando…io sì.”

“E invece sì.” replicò la ragazzina, riprendendosi il foglio e infilandolo in una tasca dei jeans schiariti che indossava. “Voi non avete la più pallida idea di cosa stiate cercando…io sì.”

CITAZIONE
meno ancora capisco il resto di ciò che hai detto.”
“L’altezza la desumo dall’angolatura del morso… ops, squarcio. Mi sembra lo abbiate chiamato così…” ironizzò lei, indicando la ferita tremenda al collo della vittima.

Sbagliato, non può averlo dedotto da quello perché la vittima era accucciata al momento dell’aggressione, inoltre se le vittime vengono addormentate prima, tutti i morsi vengono inferti presumibilmente sulla vittima distesa da qualche parte o tra le braccia del vampiro.

Odore di sigarette oggi in un dipartimento di polizia americano? Lo sai che in Usa chi fuma è deplorato come fosse un criminale? Una cosa pazzesca. Immagino che possa esserci invece odore di ciambelle calde. I poliziotti americani sembra che non facciano altro che mangiare ciambelle e felafel

CITAZIONE
ho optato per quella,

ho optato per quelli (i rubini),


CITAZIONE
“Che intendi per cucciolo?” volle sapere Matt, oltrepassandola e aprendo le portiere della vecchia Honda Accord senza insegne che usavano per raggiungere i luoghi del delitto.

“Che intendi per cucciolo?” volle sapere Matt, oltrepassandola e aprendo le portiere della vecchia Honda Accord senza insegne.

Edited by folgorata - 23/1/2011, 01:52
 
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Marilynn
view post Posted on 23/1/2011, 11:32




grazie folgo ^_^
ho cambiato un po' il primo capitolo seguendo anche i consigli di claudio, poi lo riposto, così puoi vedere se con i cambiamenti che ho apportato può suonarti meglio...:)

x le strade di L.A., sì, mi sono documentata con le cartine e street view di google map :lol:
 
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folgorata
view post Posted on 23/1/2011, 12:04




Hai già immaginato una trama?
 
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Marilynn
view post Posted on 24/1/2011, 09:00




@ folgo: sìì, il Vampiro degli Angeli usalo pure se ti piace :) :)

adesso ricontrollo bene le cose che hai segnato. x la faccenda delle sigarette mi è proprio passata di mente...effetto film datati...ultimamente ne sto guardando troppi e si vede che, inconsciamente, mi sono rimasti impressi troppi particolari...:P



Edited by Marilynn - 26/1/2011, 08:59
 
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folgorata
view post Posted on 26/1/2011, 01:03




CHE CASINO, LEVA LE COSE DELLA TRAMA DA QUI SE NO LE ALTRE POI NON SI DIVERTONO A LEGGERE.
La trama non si crea così, vai a tentoni.
Le cose che ti sei appuntata magari vanno bene ma vanno organizzate.
Scrivi troppo bene se non ti disciplini ti strozzo. Vatti a vedere intanto gli appunti sugli ingredienti della fabula.
Poi mettiamo a posto i personaggi e i luoghi e infine facciamo la trama.
L'idea è buona e il tuo giallo mi piace molto non mandare tutto in vacca.
 
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Marilynn
view post Posted on 26/1/2011, 09:01




ok, folgo, levate :P
ti mando un MP con la trama scritta un po' meno alla bruto boia...;)
così poi mi dirai se c'è qualcosa da togliere, da aggiungere, o da aggiustare.
(ma ti prego, non mi strozzare... ci tengo ancora al mio collo...ihih) ;)
 
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12 replies since 7/1/2011, 11:37   110 views
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